Attraverso i
nostri stage “Meditazioni nella natura… fuoco, aria, acqua, terra”, ti
accompagneremo passo per passo sulla strada della consapevolezza e della
pienezza vitale.
Il Fuoco è
l'elemento del Sole, dell'immortalità e della trasformazione. Ad esso sono
associate le qualità del coraggio, della forza, della passione e della
determinazione.
L'Aria è il
respiro della vita, il prana degli induisti ed il chi dei taoisti. Ad essa corrispondono
tutte le facoltà della mente e dell'intelletto sia intuitive che razionali, non
che la musica, la risata, la poesia e la scrittura.
L'Acqua è
l'elemento vitale da cui tutto nasce, il grembo e la fonte della purificazione,
quindi adatta per rimuovere preoccupazioni, guarire ferite, lenire l'anima e
tornare in contatto con i propri sentimenti ed il proprio cuore. E’ associata
ai ricordi, ai sogni, all'intuito, alle emozioni.
La Terra è
l’elemento dei tre regni della natura, minerale, vegetale, animale ed è considerata
da molte tradizioni il più sacro e divino tra gli elementi. Fertile e creativa,
nutriente e rigogliosa, racchiude in sé sia le caratteristiche più poetiche di
grembo materno che accoglie la vita e la nutre, che quelle più “pratiche” della
costanza, della pazienza e della forza.
La contemplazione
della natura e dei suoi quattro elementi non è soltanto un meraviglioso
spettacolo in continuo rinnovamento, ma è l’espressione dell’amore intelligente
e dell’intelligenza amorosa che tutto avvolge e da cui tutti proveniamo.
Far risuonare
dentro di sé i simboli della natura ha sia un significato spirituale che
psicologico, entrambi fondamentali per un benessere autentico.
Il primo è la
capacità di accogliere l’eternità dentro di sé.
Il secondo è
la possibilità di entrare in un rapporto di comprensione e profonda amicizia
con se stessi e con ogni realtà della vita.
Oggi, in
forma sempre più insistente, si ama evocare l’aspetto essenzialmente casuale,
contraddittorio e caotico dei fenomeni della natura, in rapporto sia alla
genesi che all’evoluzione del cosmo.
Ciò malgrado,
una tale affermazione appare del tutto gratuita e assurda a chi contempla la
complessa armonia di un albero, la delicata composizione di un fiore,
l’articolata struttura di un filo d’erba, la maestosità del cielo stellato,
l’agile corsa degli animali o il libero volo degli uccelli… Essa ha tutto il
sapore dell’insulto e della stoltezza, e appare in stridente contrasto con
tutto ciò che, di fatto, si vede, si tocca, si odora e si sente.
Accostata con
silenzio e amore, la natura ci rivela piuttosto la presenza di un’intelligenza
nascosta e profonda, che come un soffio delicato e potente attraversa,
animandole e plasmandole, tutte le cose.
Ricolmo di
meraviglia e stupore davanti al dipanarsi dell’opera della creazione, l’autore
di quel grande poema che costituisce i primi due capitoli della Genesi esclama
estatico: “E Dio vide ciò che aveva creato. Ed ecco, era cosa molto bella”.
Contemplato,
il creato è di per se stesso oggetto d’ammirazione e di religioso incanto.
Un’antica immagine dell’India parla di musica, di gioco e di canto; essa
ravvisa nella creazione la danza del creatore.
Danza
contrastata e misteriosa, insieme delicata e sconvolgente, ma dove tutto sembra
muoversi e crescere, sia pure incerto e come a testoni, sul filo di esperienze
vissute nel passato e di un’irresistibile aspirazione al futuro.