Un'autentica pietra miliare del nostro percorso YOGICO e SPIRITUALE, dove Luca vi darà il meglio si sé...
La “meditazione contemplativa”
è un metodo di meditazione molto antico, per ricondurre la mente a riposare nel
cuore, attraverso l’insegnamento dei primi monaci cristiani, i Padri del
Deserto, specialmente Giovanni Cassiano, vissuto nel IV secolo dopo Cristo, ma
non è solo prerogativa dei monaci e delle monache. E’ una dimensione interiore
verso la quale tutti noi siamo chiamati. Non si tratta d’esperienze
straordinarie o di stati alterati della coscienza. E’ quello che Tommaso
d’Aquino chiamava “il semplice godimento della verità”.
Meditare non è esattamente un
modo di “fare” qualcosa, ma è il modo di “diventare” qualcuno; diventare noi
stessi: creati da Dio, redenti da Gesù e templi dello Spirito Santo. Nella
meditazione si va di là dei pensieri, perfino dei santi pensieri. La
meditazione concerne non tanto il pensare, quanto l’essere. E nella
“meditazione contemplativa” cerchiamo di diventare le persone che siamo
chiamati ad essere: non pensando a Dio, ma essendo con Lui.
In una definizione molto antica
la meditazione è descritta come “l’elevazione del cuore e della mente a Dio”.
Che cos’è la “mente”, che cos’è il “cuore”? La mente è l’organo che pensa; essa
interroga, pianifica, si preoccupa, fantastica. Il cuore è l’organo che sa;
esso ama. La mente è l’organo della conoscenza, il cuore è l’organo dell’amore.
La consapevolezza mentale deve alla fine cedere il passo aprendosi a quella via
di conoscenza del cuore. L’amore è conoscenza completa.
Con la “meditazione
contemplativa” non pensiamo a Dio, non gli parliamo né gli chiediamo qualcosa.
Noi, semplicemente, siamo con Dio, che è in noi nello Spirito Santo che Gesù ci
ha dato. Lo Spirito Santo è l’amore, la relazione d’amore che scorre tra Padre
e Figlio. E’ lo Spirito che Gesù ha soffiato dentro ogni cuore umano.
San Paolo ha affermato che noi
non sappiamo come pregare, ma che lo Spirito prega dentro di noi (Romani 8:26).
Questa è la chiave per comprendere l’effettivo significato della “meditazione
contemplativa”. Ci suggerisce che s’impara a meditare non tentando di meditare,
ma rinunciando allo sforzo, nell’abbandono. E imparando, invece, ad essere.
La “meditazione contemplativa”
apre l’accesso alla più profonda preghiera del cuore, dove scopriamo che
“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito
Santo che c’è stato dato” (Romani 5:5). Questa è esperienza pura, di là del
pensiero, del dogma e dell’immaginazione.