I racconti illuminanti dei
saggi dell’India non sono fatti per essere letti, ma per essere frequentati
come un amico intimo, segreto. Puoi chiedergli di nutrirti, essi ti nutriranno,
di illuminarti, essi ti illumineranno, di commuoverti, essi ti commuoveranno,
di giocare ed essi faranno con te il gioco più misterioso del mondo.
Fagli una domanda, inquieta
o speranzosa ad ogni modo intima, una di quelle domande al di là della mente,
che di solito si fanno al proprio cuore, a occhi chiusi.
Scegli un racconto a caso.
C’è qualcuno che ti parla. Non ti dice soltanto qualcosa di più o meno
interessante, no. Risponde alla domanda che non hai nemmeno pronunciato ad alta
voce. Ti risponde alla sua maniera, che può essere sconcertante. Ma non fare
una smorfia. Ciò che ti viene detto qui si rivela sempre stranamente sensato.
E’ un gioco che si pratica
da millenni con racconti tanto amati da restare vivi, dunque attivi, malgrado
il tempo accumulato. Molti Principi, prima di dispiegare i loro vessilli, li
hanno consultati. Molti viaggiatori spirituali, molti esseri a tratti smarriti,
a tratti troppo soli o semplicemente ansiosi di evitare un ostacolo, tu ed io
insomma, hanno domandato a questi racconti, del fuoco per la loro lanterna. E i
racconti illuminanti dei saggi dell’India, ci daranno la luce di cui abbiamo
bisogno.
Perché, come, da dove
vengono le risposte? Non bisogna tentare di spiegarlo. Non bisogna nemmeno
parlarne troppo. So, per averli frequentati tutta la vita, che i racconti sono
vegliardi benevoli di un tempo remoto. Conoscono la musica del cuore del mondo.
Rispondono sempre alle nostre domande, purchè siano interrogati con l’innocenza
di cui sono fatti anch’essi.
Leggine uno ogni tanto come
si va a trovare un amico. Se hai bisogno di un consiglio, di un lume sul tuo
percorso intimo, chiediglielo ed avrai la risposta.