Osservare il movimento del
respiro significa osservare la vita che cambia, l’energia che muta. Significa
che ogni attimo è diverso dall’altro. Che non c’è osservazione di un movimento
che sia valida anche per il momento successivo.
Il respiro ha innumerevoli
modalità d’espressione: a seconda del nostro stato corporeo, psicologico,
emotivo, spirituale, cambia. Sceglie come e dove muoversi in noi. Come e dove
portare energia. Come e dove calmare. Come e dove tonificare. L’arte del
respiro è connessa allo yoga, alla meditazione, e anche alla preghiera, come
aveva ben intuito la tradizione esicasta.
Ma il respiro cos’è? Che ruolo
ha rispetto alla vita del corpo, della mente, dello spirito? E che senso ha
ascoltarlo? Nessuno ci insegna a scorgere nel respiro addominale l’inizio di un
certo nostro stato d’animo e in quello toracico la traccia di un altro; né ci
viene spiegato che a seconda del fatto che la nostra inspirazione sia lunga o
breve, o più lunga o più breve rispetto all’espirazione, possiamo trovarci in
una condizione fisica e interiore del tutto differente.
Né ci viene spiegato che, una
volta appresa l’osservazione, possiamo anche divenire capaci di intervenire,
modificare, mutare certi stati d’animo: rilassarci quando siamo troppo tesi,
stimolare l’energia quando siamo depressi, trovare calma e distacco quando ci
sentiamo trascinati e dispersi.
In un corpo fermato il
movimento del respiro è naturalmente lento e tranquillo. Inspirazione ed
espirazione si succedono ritmicamente, con naturalezza e senza fretta. Non c’è
bisogno di assorbire velocemente nuova aria, come non c’è bisogno di espellerla
violentemente. Inspiro ed espiro fluiscono lenti, l’uno dietro l’altro,
alternandosi.
Come le onde del mare, come le
onde dell’oceano. L’aria, come l’acqua, va e viene. Ininterrottamente. Fluendo.
L’andare e il venire sono talvolta impetuosi, talvolta calmi. Ma più sono calmi
e più sono vicini alla quiete. A quella quiete sopra la quale anche le onde
dell’oceano si muovono, formando la superficie. Immediatamente sotto le onde,
infatti, sotto la superficie dell’acqua, nelle profondità del mare e
dell’oceano, c’è la calma, il silenzio, l’acqua quieta.
Colui che ascolta attentamente
la sua respirazione, insegna padre Serafino, non è lontano da Dio. Ascolta chi
giace al limite della tua espirazione. Ascolta chi si trova al principio della
tua inspirazione.
E’ la scoperta che “sono da
Altro”. La pausa del respiro mi immette nel contatto silenzioso con un Altro
che è prima ancora del mio essere. E che ne è Fonte. E’ il fondamento che mi dà
stabilità, è la Stella che mi verticalizza, è la Sorgente da cui scaturisce il
fluire della mia energia.