Nello Yoga esicasta di padre
Serafino del Monte Athos, c’è un itinerario, c’è una crescita, c’è un
coinvolgimento progressivo di tutto il “me” attraverso cui la preghiera chiede
di dirsi. Egli ci dice: “Impara da… Impara dalla montagna, dal papavero,
dall’oceano, dagli uccelli, da Abramo, da Gesù. Impara come loro pregano, entra
nella preghiera”.
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Padre Serafino era un monaco
che viveva in un eremitaggio vicino a San Panteleimon, sul Monte Athos in Grecia,
nella seconda metà del secolo scorso, ed adottava il metodo di orazione degli
esicasti, questi uomini silenziosi in
cerca di “esichia”, ossia di pace interiore. Padre Serafino aveva una
reputazione enigmatica. Alcuni lo consideravano un contadino ignorante, altri
un autentico staretz ispirato dallo Spirito Santo, capace di dare consigli
profondi e di leggere nei cuori. Un sacerdote francese, Jean-Yves Leloup, ci ha
raccontato la storia di un filosofo che si reca sul Monte Athos per apprendere
la preghiera esicasta e vi incontra uno “strano monaco”, padre Serafino
appunto, che diviene la sua guida. In questa narrazione padre Serafino ci ha
così tramandato un itinerario completo di iniziazione alla meditazione e alla
preghiera, mettendo insieme elementi della tradizione meditativa orientale e
occidentale cristiana.
Partendo dalle posizioni del
corpo, nella stabilità del bacino, associata alla montagna e nella verticalità
flessibile della colonna vertebrale propria del papavero, lo Yoga della
preghiera esicasta di padre Serafino insegna ancora l’ondosità del respiro,
l’oceano, con le sue ampiezze dinamiche e a lasciar fluire l’energia interiore
del canto, gli uccelli, assaporando il farsi preghiera del respiro. Invita
quindi a far scendere la mente nel cuore, imparare da Abramo e a pregare a
partire dal chakra anahata, il centro energetico del cuore, con una preghiera
amorosa, ospitale, compassionevole. Infine viene l’affidamento a Gesù, perché
l’esito sia l’abbandono e la conoscenza di sé.
L’insegnamento di padre
Serafino offre, infatti, un percorso davvero completo, rivelato in una
progressione che permette e favorisce una trasformazione graduale e radicale.
Le sei tappe, montagna, papavero, oceano, uccelli, Abramo, Gesù, abbracciano
tutti gli elementi della preghiera. E dunque attraversarli significa educarsi
gradualmente a essa. Trasformarsi a poco a poco per entrare nella preghiera,
consapevoli dei fattori che la compongono, un cammino alla scoperta di sé,
della propria umanità, prima ancora che di Dio. Pregando, o meditando, si è
“una cosa sola”: unificati, yogici. Tutto l’essere sia in preghiera. Tutto
l’essere sia preghiera.
Nei nostri incontri sullo Yoga
esicasta attingeremo a strumentazioni diverse, che ci aiuteranno a capire il
senso e le caratteristiche di ciascuna delle sei figure di padre Serafino. E a
ogni tappa uniremo meditazioni e pratiche di Hatha Yoga, che ci permetteranno
di inscrivere nel corpo tali figure, di diventare la loro forma. Quando padre
Serafino dice di imparare dalla montagna, egli dice infatti: divieni montagna!
Rifletti, osserva, medita, fai la montagna e diventa una cosa sola con essa.
Fai samadhi con la montagna, ovvero lasciati assorbire nella sua forma.
Assimilati completamente ad essa. Sospendi la forma del tuo “io” e sperimenta
una forma altra. Lo Yoga esicasta ci aiuterà in questo. Ci permetterà di
divenire il corpo della montagna, di fare del nostro corpo il suo corpo e così
per il papavero, l’oceano, gli uccelli, Abramo e Gesù.
"YOGA SANREMO"
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Associati FIY (Federazione Italiana Yoga) e CONACREIS (Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca Etica, Interiore e Spirituale)
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